Colle dell’Agnello
La tappa 20 del Giro d’Italia è stata completamente stravolta, ma vogliamo raccontarvi ugualmente come sarebbe stata!
Da | Casteldelfino (1.292 m) |
A | Colle dell’Agnello (2.744 m) |
Dislivello | 1.452 m |
Lunghezza | 21.3 km |
Pendenza media | 6,8% |
Pendenza massima | 15% |
Giro 2020 – Tappa #20
Regina tra le tappe montuose con partenza da Alba annovera una grande tradizione nelle tappe del giro D’Italia. Prevede quattro GPM, uno più impegnativo e duro dell’altro: Colle dell’Agnello, Col d’Izoard, Monginevro e Sestriere. I primi 100 chilometri partono da una graduale e lieve salita fino a terminare a 2.744 m sul Col dell’Agnello; con l’aria rarefatta, l’abitudine degli atleti a pedalare in quota sarebbe stata fondamentale. Chi è nato in altura sarebbe stato privilegiato nel gestire e sopportare un così veloce cambio repentino di quota e con un delta di circa 2.500 m dopo solo 3 e 30 ore di tempo pedalato in base alla cronotabella; gli scalatori sud americani invece, avrebbero probabilmente avuto qualcosa in più da dire.
Garmin Connect, Training Peaks e app di terze parti
Come può venire in aiuto uno strumento o un accessorio Garmin per affrontare questo tipo di imprese? I primi campanelli d’allarme, relativamente ad un cambio di forma negativo in quota, provengono da un dato cardio stabile e un calo della potenza e di conseguenza della velocità, dovuto al cambio di pressione atmosferica e un aumento del volume dell’aria che tende a espandersi accorciando il fiato, pertanto la respirazione si fa più affannosa rispetto ai 200 m s.l.m della partenza dopo circa i 1900 metri.
A questo punto il nostro fisco mette in gioco dei fattori compensatori per proteggersi dallo sforzo in altura come la sudorazione, il battito e altro. È bene indossare una fascia cardio quando si compiono queste imprese e meglio un sensore di potenza. Possiamo impostare degli allarmi sopra e sotto soglia così da essere allertati su come si comporta il nostro fisico, idem riguardo la potenza così da preservarci per scollinare con ancora un po’ di energia sulle gambe.
Tutti questi input si possono evincere studiando i propri dati su Garmin Connect, qualora avessimo già compiuto imprese simili, e nel nostro caso il Col dell’Agnello scalato nel 2016 ci insegna che, impostare degli avvisi di cardio anormale, e aggiungere il campo dati respirazione ci aiuta a mantenere il giusto rapporto tra una buona pedalata o una pura sofferenza. Incrociare i grafici altimetrici in overlay con cardio, potenza e velocità per una rinfrescata è un gioco da ragazzi; non ultimo la memorizzazione dei dati meteo dell’attività svolta il 27 maggio 2016, prima che passasse il Giro, mi ricorda come sarebbe bene vestirmi per affrontare differenti situazioni atmosferiche ri-pedalando sullo stesso percorso.
Garmin Connect mi consente di creare un percorso dall’attività svolta e per caricarlo sullo strumento per non perdere la traccia. Adesso non mi resta che salire in sella e riprovarci.