BY#6 – Abyss CleanUp, il Beat Yesterday di Igor D’India
Non tutti i Beat Yesterday sono animati da spirito agonistico. Non in senso stretto, almeno. La storia che vi raccontiamo oggi è particolare ma davvero straordinaria. È quella di Igor D’India, uno che i suoi Beat Yesterday li ha conquistati con la sua telecamera: non per battere un record ma per migliorare il mondo.
Abyss CleanUp, la storia di un progetto nato per provare a cambiare il mondo
Forse non tutti lo sanno, ma i fondali dei nostri mari e dei nostri fiumi si trasformano spesso, loro malgrado, in sconfinate discariche di rifiuti. Un problema enorme, i cui effetti sono ancora allo studio dei ricercatori. Un problema emerso solo di recente, anche grazie al prezioso lavoro di Igor D’India, un giovane film maker siciliano cresciuto con la passione per l’avventura, tra macchine fotografiche, i libri di Walter Bonatti e di Jack London.
“Mi sono formato con i grandi classici, sognando questi mondi ad occhi aperti. A 10 anni mio padre mi ha regalato una vecchia Pentax degli anni ’70 e mi sono avvicinato alla fotografia. A 10 anni la passione per il cinema, i film di Spielberg, le avventure di Indiana Jones. A 14 anni ho iniziato a giocare con la prima telecamera; a 18 il primo video per lavoro e, a 21, il primo documentario”.
Dal 2005 Igor ha iniziato a dedicarsi ai reportage. Il primo, sull’attacco terroristico di Beslan, in Ossezia del Nord. Il film Le finestre di Beslan, che ad oggi rimane il primo documentario indipendente sull’inchiesta, vince il Premio Speciale del Bizzarri Film Festival nel 2006. È l’inizio di una lunga serie di avventure che lo portano dall’Asia all’Africa, prima di un deciso cambio di rotta.
“Ho scelto di orientarmi verso temi che fossero più attenti all’ecologia. Nel 2010 ho seguito, a piedi, il corso del fiume Oreto, a Palermo e ho scoperto condizioni ambientali disastrose. Una vera e propria discarica a cielo aperto”.
Da questa esperienza è nato il progetto Oreto Urban Adventure che, oltre ad aver acceso i riflettori su quel disastro, è stato solo il primo tassello di un puzzle molto più articolato e complesso. Nel 2014, sulle orme di Walter Bonatti, Igor prova a ripercorrere in canoa il fiume Yukon, in Canada, ma la sua avventura viene fermata dalle condizioni climatiche disastrose, tra tempeste, forti piogge e venti, inusuali per quel periodo.
“Mi sono detto, se il clima è cambiato anche qui, sopra al Circolo Polare Artico, in uno dei luoghi meno contaminati e sfruttati, cosa dobbiamo aspettarci nei paesi industrializzati?”.
Dai fiumi al mare, un disastro ancora tutto da capire
Dopo aver documentato, dal 2015 al 2018, la situazione dei fiumi di tre continenti, l’attenzione di Igor si è concentrata sul mare, stimolato anche da uno studio del CNR insieme all’Università La Sapienza di Roma sul ritrovamento di una discarica sottomarina nello Stretto di Messina.
“Tra i 400 e i 1.000 metri di profondità sono stati ritrovato rifiuti di ogni tipo, dai pezzi di macchine a scarti dell’edilizia. Una cosa incredibile”.
Da qui è nata l’idea del progetto “Abyss CleanUp” che mira al recupero dei rifiuti depositati sui fondali.
“Non è una cosa semplice: servono autorizzazioni particolari, serve un gruppo di volontari, servono robot subacquei, servono budget, ma nel nostro piccolo stiamo iniziando a fare qualcosa. Il nostro obiettivo è portare questo tema all’attenzione di tutti. Le discariche sottomarine sono un tema ancora in parte sconosciuto, perché scoperto di recente. Sono accumuli di materiali vari che comprendono anche microplastiche, sostanze chimiche e tossiche. Non sappiamo ancora molto del loro impatto sull’ecosistema, sulla nostra salute e su quella dei nostri mari. Dopo quella di Messina sono state individuate altre discariche ma quante ancora ne esistono sui fondali? L’Italia ha 8.000 km di coste”.
“Non solo. Organizzare queste raccolte di rifiuti ci pone di fronte anche a dubbi etici: su queste montagne di rifiuti sta crescendo la vita, i microrganismi marini si sono adattati e organizzati in colonie. Cosa significa eliminarle? Qual è il danno minore? Ancora non lo sappiamo”.
Molto più di un semplice documentario
“Con le prime uscite abbiamo già raccolto quintali di rifiuti. Ogni discarica ha la sua storia, legata a un preciso contesto. C’è quella di Terrasini, in cui alcuni abitanti hanno riversato per anni i loro rifiuti, quelli che non sanno dove smaltire senza dover pagare. C’è la discarica di Porticello, a Palermo, nata sui resti di un vecchio ristorante abbandonato e vandalizzato che le mareggiate hanno vuotato e portato in profondità. Ci sono i rifiuti che vengono scaricati nei nostri fiumi e, quando i corsi d’acqua si ingrossano, vengono trasportati fino al mare. La conformazione del fondale e le correnti sottomarine li trascinano poi al largo, in profondità, seguendo i canyon naturali”.
“La sensazione è quella di aver scoperto solo la punta dell’iceberg. Il fenomeno è probabilmente molto più vasto di quello che abbiamo sotto gli occhi e tutt’altro che isolato. Io sono un film maker, non uno scienziato e quello che posso fare è fare in modo che se ne parli e provare a recuperare parte di quei rifiuti, con una flotta di due barche, un team di 15 sub e la voglia di fare qualcosa con le risorse che ho a disposizione”.
È questo lo spirito Beat Yesterday di Igor.
“Cerco di fare, ogni giorno, qualcosa di più, di essere ogni giorno una persona migliore. Devi provarci, anche se spesso quello che si può fare non dipende da me ed è frustrante. Per quanto mi è possibile voglio lasciare una traccia, la mia testimonianza di aver almeno provato a cambiare il mondo, partendo da me stesso, dalla mia comunità, dal mio fiume Oreto e dal mio mare. Non ho record da battere o posizioni in classifica da conquistare, questa non è una gara a chi arriva primo, non c’è un vincitore. Dovremmo unire tutti le forze. E se il mio lavoro diventerà lo spunto per qualcuno che magari ha più competenze scientifiche o possibilità di fare meglio, quella sarà la soddisfazione più grande”.
Anche tu, come Igor, hai superato il tuo personale Beat Yesterday? Vogliamo darti voce, perché tu possa essere di ispirazione e motivazione per tutti gli altri. Raccontaci la tua storia.