Cos’è una valanga
Per chi pratica gli sport invernali, attrezzature adeguate e una pianificazione scrupolosa sono elementi imprescindibili per godere appieno di una giornata in mezzo alla natura e al riparo da spiacevoli sorprese. Tra queste, le valanghe rappresentano uno degli imprevisti più temuti e difficili da gestire.
Ma cosa sono le valanghe? Il termine si riferisce a un fenomeno che si verifica quando una massa di neve e ghiaccio, mettendosi in moto improvvisamente, precipita lungo un pendio montuoso e coinvolge nel suo percorso altra neve mista a detriti, aumentando così di volume e pericolosità. Così come per altre situazioni potenzialmente pericolose, come ad esempio i temporali in montagna, la conoscenza di questo fenomeno si rivela di grande importanza per consentire agli appassionati di sci alpinismo, snowboard, sci alpino o per gli amanti delle ciaspolate di praticare il proprio sport preferito il più possibile in sicurezza.
Altrettanto importante è affrontare le uscite sulla neve e i fuoripista con un’adeguata strumentazione, in grado di consentire di rilevare la vostra posizione in qualunque condizione e di comunicare in caso di necessità. I dispositivi Garmin con tecnologia InReach, sono in grado di fornire preziose informazioni sul meteo, e sono dotati di tecnologia satellitare globale che consente di condividere costantemente la vostra posizione in tempo reale con chi vi aspetta a casa.
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Quali sono le principali cause delle valanghe
Per capire come si forma una valanga occorre prendere in considerazione un insieme di cause. Alla base di tutto però c’è quasi sempre la sovrapposizione di strati di neve con caratteristiche diverse, una condizione ideale per generare un cambiamento dell’equilibrio nel manto nevoso, portando alla sua rottura. I fattori scatenanti possono essere sia di natura spontanea che provocati artificialmente: vediamo più nel dettaglio.
Strati deboli. I fiocchi di neve non sono tutti uguali ma possono avere caratteristiche differenti, dovute principalmente alla temperatura e al tasso di umidità presenti nell’atmosfera quando questi si formano: una volta depositati sul terreno possono dunque dar vita ad un manto più soffice o duro, più acquoso o asciutto, formando così strati deboli, soggetti a frattura quando vengono sovraccaricati.
Vento. Il vento è un fattore scatenante estremamente efficace, poiché tende a modificare la superficie del manto nevoso e a creare accumuli capaci di dar vita a pericolose valanghe a lastroni. Anche le nevicate in presenza di vento forte sono un aspetto da tenere in grande considerazione poiché in grado di creare condizioni favorevoli per questo pericoloso fenomeno.
Variazioni di temperatura. L’alternanza tra caldo e freddo influenza in maniera importante il consolidamento della neve e quindi la sua stabilità su un pendio. Ad esempio, un aumento rapido della temperatura può portare a fusione e accumulo di acqua all’interno della stratificazione nevosa, rendendo la neve più pesante e instabile. Anche temperature fredde per molto tempo, però, tendono a rallentare il processo di coesione dei cristalli, aumentando il rischio nelle zone meno soleggiate. L’esposizione al sole, con temperature elevate, può invece scaldare e indebolire la superficie nevosa, rendendola più pesante e umida. Questo è uno dei motivi sempre più frequenti per cui si creano le valanghe, specialmente nelle ore centrali della giornata e durante la primavera inoltrata.
Pioggia. Quando piove, l’acqua filtra tra i cristalli, generando la fusione di più strati. Se a questo fenomeno segue un generale raffreddamento, il manto tende a solidificarsi: se invece dopo la pioggia le temperature rimangono sopra lo zero, la neve rimane umida e pesante e l’acqua filtra in profondità contribuendo a far perdere aderenza dagli strati sottostanti o dal terreno.
Attività sportive. Attività come lo sci fuoripista, lo snowboard, le motoslitte e perfino il rumore possono essere tra i motivi per cui si crea una valanga. Le lamine di uno sciatore, ad esempio, percorrendo diagonalmente pendii poco battuti, magari in presenza di neve fresca, possono provocarne il distaccamento con conseguenze davvero pericolose. Occorre quindi prediligere i versanti già battuti e i canali, evitando pendii troppo esposti.
Che tipi di valanghe esistono
Una prima importante distinzione da fare è quella tra valanga e slavina. Sebbene in molti dizionari la definizione coincida, si tende a descrivere la prima come un evento massiccio, che coinvolge grandi masse di neve e può devastare interi tratti di montagna e la seconda come un fenomeno di dimensioni ridotte, spesso causato da uno strato superficiale che scivola su uno sottostante. In generale esistono i seguenti tipi di valanghe:
A lastroni: rappresentano una seria minaccia per gli appassionati di sport invernali, che in realtà spesso ne sono la causa scatenante. Possono formarsi sia sulla neve asciutta che su quella bagnata, anche molto tempo dopo una nevicata.
A debole coesione: meno frequenti, tendono a verificarsi spontaneamente su pendii rocciosi esposti al sole e con inclinazioni superiori ai 35 gradi, in particolar modo con le stagioni più calde.
Per scivolamento di neve: si verificano quando uno strato superiore, non essendosi legato sufficientemente a quello sottostante, inizia appunto a scivolare. Questo movimento può avere origine da una variazione di temperatura.
Nubiformi: molto spettacolari, ma poco comuni, sono generate da masse di neve asciutta che cade da costoni rocciosi. Tendenzialmente innocue, possono crescere e diventare pericolose se di ampia portata.
Bagnate: queste si formano quando la neve, a causa di un repentino aumento della temperatura, si scioglie, perde la sua coesione e inizia a muoversi. Sono particolarmente pericolose a causa della loro densità e della velocità con cui possono muoversi.
Cosa fare in caso di valanga
Non si può eliminare il rischio di una valanga, ma si può ridurre al minimo, attuando una serie di comportamenti e agendo con giudizio sia in fase di programmazione dell’escursione, sia nell’eventualità che si debba aver a che fare con questo evento naturale. Un primo passo da compiere è senza dubbio quello di consultare l’apposito bollettino, che offre informazioni dettagliate sul livello di rischio nelle zone specifiche e affidarsi a guide esperte, figure professionalmente preparate che conoscono i luoghi e sono capaci quindi di riconoscere i possibili segnali di rischio.
È importante, innanzitutto, non avventurarsi da soli e informare parenti e amici riguardo la tipologia di escursione e la zona in cui vi muoverete. Fondamentale è inoltre portare con sé il kit antivalanga, composto da sonda, pala e da un dispositivo di localizzazione (ARTVA). Ecco, in generale, quali sono le regole da seguire:
- Muovetevi non verso valle, nella direzione quindi della neve in caduta, ma in diagonale rispetto al pendio;
- Liberatevi degli sci, dei bastoncini, delle ciaspole e di tutto ciò che potrebbe essere travolto dalla neve e provocare lesioni o contusioni alle articolazioni;
- Provate a sfruttare la neve per galleggiarvi sopra, come quando si nuota. Gli zaini airbag servono proprio a questo.
Se venite travolti dalla neve, agite come segue:
- Chiudetevi a riccio, cercando di proteggere le vie respiratorie.
- Create una bolla d’aria in modo da poter respirare.
- Sotto la neve non sapete in che posizione siete: rilasciando ad esempio saliva dalla bocca capirete, in base alla sua direzione, da che parte si trova la superficie.
Grazie alla tecnologia satellitare, Garmin inReach Mini è il dispositivo che, anche in assenza di copertura telefonica, vi permette di comunicare con i soccorritori grazie alla messaggistica bidirezionale, di inviare SOS e di condividere la posizione con le persone rimaste a casa, così da essere sempre individuabili e raggiungibili in caso di emergenza e in qualunque parte del globo.
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