Il 7 Days Out di Joel
Al mio ritorno dall’esperienza di 7 Day Out in Nepal sono stato travolto da un senso di gratitudine misto a quel desiderio di chiunque senta di doversi spingere fuori dalla propria comfort zone ed entrare in contatto con la natura e testare la propria resilienza fisica e mentale una volta colta quell’opportunità.
Certo, fare trekking nel Langtang non è stato soltanto viste spettacolari e sentimenti di conquista. Molto spesso, infatti mi è capitato di mangiare lo stesso pasto a colazione, pranzo e cena, ogni giorno per una settimana, perché non riuscivo a tenere nello stomaco nient’altro! Uova fritte e chapati, ad esempio. Ma anche questo era parte integrante dell’esperienza. La vita ha dimostrato che da sfide del genere può emergere tutto il bene possibile.
Molto più di un semplice viaggio
Per me questa esperienza è stata parte di un processo di ripresa dopo anni di vita aziendale e un’inarrestabile avvicendarsi in ruoli dirigenziali. Ho lavorato nell’ambito della diplomazia e dello sviluppo per grandi enti, perciò ho vissuto in alcune delle città più incredibili (e travolgenti) del mondo: Londra, New York, Bruxelles, Il Cairo, Beirut, Amman. Come famiglia, abbiamo deciso di tornare in Italia (Paese di origine di mia moglie), perché io potessi costruire un rapporto più sano con il mio lavoro, con me stesso, come marito e padre, e decidere come volevo trascorrere il successivo capitolo della mia vita.
Andare in Nepal è stato il passo seguente in questo processo. Viviamo in Emilia Romagna, una splendida regione italiana che, tra le altre cose, è la patria del ragù alla bolognese, dell’aceto balsamico e del parmigiano. Ah, la dolce vita! Ma a me serviva un’opportunità per scuotere nuovamente le cose, per lanciarmi e rischiare… quel tipo di opportunità che, una volta diventati genitori, può essere difficile far capitare. E dovevo farlo senza la mia famiglia, per ricollegarmi a me stesso e al mio potenziale. Perché ho imparato che quando io divento più forte, tutte le persone della mia vita ne ottengono un effetto positivo.
Il Nepal mi ha dato tutto questo. D’altronde, senza Wes e Garmin non credo proprio che ci sarei mai riuscito1. Come si capisce dalla serie, Wes è quel tipo di uomo che sa farti ridere persino nei momenti più duri, gettando una luce nel buio. È quando smette di fare battute che bisogna cominciare a preoccuparsi… perché vuol dire che quello è davvero un momento complicato. Proprio come è successo durante l’escursione, mentre attraversavamo un’area colpita da una valanga in cui, solo pochi anni prima, erano rimaste uccise centinaia di persone. Oppure quando il nostro pilota ha dovuto fare una manovra di emergenza per schivare un grosso uccello che ci stava volando proprio incontro. Ce ne sono stati tanti di questi momenti.
Un ottimo compagno di avventura
Eppure, persino nelle fasi più ardue dell’escursione, fēnix® 7 Pro era sempre pronto a supportarci. Devo confessare che questo è stato il mio primo smartwatch in assoluto e non credo che tornerò mai indietro. Per un dilettante che parte per una spedizione come questa, seppur con una guida, è molto rassicurante avere un dispositivo che ti fornisce dati in tempo reale sulla tua effettiva condizione, soprattutto quando non hai mai affrontato i rischi della quota. Funzioni come il monitoraggio della frequenza cardiaca2 e l’acclimatazione alla quota ci hanno consentito di controllare in ogni momento la nostra situazione: potevamo capire quando spingere un po’ di più e quando rallentare.
Questa cosa è ben più difficile da comprendere di quanto potessi immaginare ma, grazie a funzioni di navigazione, alle mappe e al comunicatore satellitare Garmin InReach®3, qualsiasi cosa accadrà avrai sempre modo di sapere come stai e potrai inviare un messaggio di aiuto. L’autonomia poi è ottima, quindi sai che il dispositivo sarà pronto a supportarti quando ne avrai bisogno!
Da quando sono rientrato uso meno la funzione di acclimatazione alla quota (ovviamente!), ma altre funzionalità come Training Status e Training Readiness sono state preziose per mantenere uno stile di vita più sano, senza strafare ed evitando il rischio di farmi male o di mollare, come avevo già fatto in passato.
Sono tornato cambiato
Questo impegno più sostenibile per la mia salute e la mia forma fisica è stato parte di ciò che ho appreso dall’esperienza in Nepal. Ma mi ha anche dato la sicurezza e la chiarezza per continuare a trovare nuovi modi per sfidarmi e per farmi ispirare dalla natura: ho fatto un corso di kayak, un’escursione sulle montagne delle Dolomiti e persino una spedizione in slitta trainata da cani attraverso la Scandinavia artica!
A livello professionale faccio anche il life coach per uomini, quindi questa esperienza mi ha anche incoraggiato a esplorare nuovi modi per combinare il lavoro di crescita personale con fantastiche spedizioni nella natura, come le escursioni nella valle del Langtang, perché ho provato in prima persona la forza che ciò può dare. Ma, cosa più importante, forse, dopo il ritorno dal Nepal, penso e spero che la mia famiglia possa affermare che sono più presente quando siamo insieme, perché mi occupo meglio delle mie esigenze personali, quindi ora sono più felice e più disponibile con loro.
Perciò, benché per molti aspetti 7 Days Out sia stata una di quelle esperienze “che capitano una sola volta nella vita”, mi ha spronato a lasciarmi lo spazio per molti altri “days out”, altre giornate all’aperto, e a dimostrare a mia figlia quanto possa essere emozionante e spettacolare il mondo. Inoltre, mi ha fatto capire che puoi salire più in alto, spingerti più avanti quando hai un buon amico al tuo fianco e l’orologio giusto al polso!
1 Garmin ha fornito i prodotti e ha pagato le spese di Joel.
2 Visita il sito Web Garmin.com/ataccuracy
3 Abbonamento satellitare richiesto. Alcune giurisdizioni regolano o vietano l’uso dei dispositivi di comunicazione satellitare. È responsabilità dell’utente conoscere e rispettare tutte le leggi applicabili nelle giurisdizioni in cui intende utilizzare il dispositivo.