Come si Pesca a Surfcasting
Popolare e molto diffuso nei litorali di tutto il mondo, il surfcasting è amato tanto dai neofiti quanto dai pescatori più esperti, attratti dal mix di abilità e conoscenze necessarie per rendere le giornate in riva al mare non solo gradevoli ma anche profittevoli.
Ma come pescare a surfcasting? Questa tecnica, nata sulle coste oceaniche e giunta poi anche nel Mediterraneo, sfrutta le condizioni create dal moto ondoso e dall’alternanza delle maree che, smuovendo ciclicamente i fondali sabbiosi, creano zone particolarmente ricche di cibo in cui predatori trovano ricche opportunità per alimentarsi. È fondamentale, dunque, per pescare a surfcasting, interpretare le condizioni del mare e saper leggere i segnali che provengono dall’ambiente, dalle correnti alla frequenza e intensità delle onde, in modo da riuscire lanciare l’esca negli spot potenzialmente più profittevoli. Un contributo importante in questo senso può giungere dai fishfinder per pescare dalla riva, dispositivi capaci di leggere la conformazione dei fondali e rilevare la presenza di potenziali target.
Garmin STRIKER Cast è l’ecoscandaglio da lancio che consente di scandagliare i fondali, alla ricerca delle migliori condizioni per insidiare le prede, anche dalla riva. Facile da utilizzare e intuitivo, il fishfinder STRIKER Cast, si collega al tuo smartphone compatibile tramite l’apposita app e, attraverso una configurazione immediata, ti consente di rilevare – sia in mare che in acqua dolce – la presenza dei migliori spot per rendere le tue giornate indimenticabili.
Attrezzatura necessaria per il surfcasting
Per capire come si pesca a surfcasting è utile partire dalla tipologia di attrezzatura necessaria, un aspetto che gioca un ruolo cruciale. Questa tecnica, infatti, consiste nel lanciare l’esca a diverse decine di metri dalla spiaggia, più raramente da una scogliera, nel tentativo di intercettare quei tratti di fondale che costituiscono il territorio di caccia prediletto dai predatori che, in determinati periodi dell’anno, popolano i tratti di mare poco profondi. Per fare ciò, però, occorrono canne, mulinelli, lenze ed esche specifiche. Vediamole insieme:
Canne da pesca. La canna ideale per il surfcasting è in genere lunga tra i 3,5 e i 4,5 metri ed è progettata per gestire al meglio il peso delle piombature, necessarie per raggiungere la distanza desiderata. A prescindere dalla struttura, che può essere telescopica oppure a 2-3 sezioni, è importante che la canna sia molto robusta, in modo da riuscire a gestire non solo gli strappi dati dai lanci ma anche quelli causati dalle correnti presenti sui fondali. Deve, inoltre, essere dotata di un’accentuata azione di punta, necessaria per consentire di individuare le toccate e stabilire il momento più adatto per attivare la ferrata.
Mulinelli. L’offerta di mulinelli da utilizzare per pescare a surfcasting è molto varia e spazia dai modelli con bobina fissa, più adatti ai neofiti, a quelli con bobina rotante. L’aspetto fondamentale riguarda la velocità di uscita del filo, una caratteristica necessaria per assecondare la tecnica di lancio e garantire la giusta gittata. Importante è anche l’azione della frizione, utile per agevolare la fase di recupero e la lotta con la preda.
Filo. La lenza ideale per questa tecnica di pesca a mare deve avere spiccate doti di elasticità e resistenza allo strappo. Per questo è bene scegliere filo di nylon con un diametro compreso tra 0,25 e 0,45 mm, perfetto per assecondare le tensioni che si creano durante una cattura.
Cosa si pesca a surfcasting
Nessuna strategia o attrezzatura è valida se non si sa come scegliere la giusta esca e per fare ciò è fondamentale avere un’idea chiara del target. Esche naturali come vermi, molluschi, sardine o tranci di sardina, calamaro e seppia, con inneschi ben curati e capaci di resistere alla frustata data dal lancio, sono perfetti per insidiare numerose prede. Vediamo quali sono le principali.
Spigola. Combattiva, sfuggente e ambita per le sue carni pregiate, la spigola rappresenta uno dei principali target per i pescatori. Il periodo ideale va da novembre a febbraio, quando questa specie entra nella fase riproduttiva e si avvicina con maggiore frequenza alle coste. Predilige le acque torbide e il mare in scaduta, condizioni che le consentono di appostarsi nei canaloni creati a seguito del moto ondoso e aspettare il momento propizio per sferrare il suo attacco. Per pescare la spigola a surfcasting è in prossimità di questi punti che occorre lanciare l’esca, sia viva che morta, costituita da piccole acciughe, latterini, vermi e gamberetti.
Pesce Serra. Si caratterizza per la sua aggressività e questo potrebbe far pensare a una cattura semplice e redditizia, date le dimensioni di questa specie. Ma il bello di una cattura del pesce serra a surfcasting risiede, oltre che in una combattività capace di mettere in difficoltà anche i più esperti, nell’astuzia di questo formidabile predatore. Per questo motivo è bene utilizzare esche vive come piccoli cefali. Un’alternativa valida è offerta da montature composte da tranci di mormora, spigola e orata.
Pescare a surfcasting consente, inoltre, di catturare mormore, orate, lecce, saraghi e più in generale i predatori che popolano i tratti di mare in cui la risacca crea i canali che, attraversando gli accumuli di detriti contenenti preziosi nutrienti, attraggono le specie ittiche di cui sono ghiotti.
Il fishfinder Garmin STRIKER Cast è il dispositivo perfetto per la pesca dalla riva. Il GPS integrato consente di creare mappe personalizzate per poter trovare e salvare i migliori spot, mentre la modalità ecoscandaglio permette di visualizzare sullo schermo dello smartphone, compatibile con l’app Garmin, la conformazione dei fondali, fondamentale per individuare i punti ideali in cui lanciare la propria esca. Marcature semplici e facilmente leggibili, infine, aiutano a rilevare la presenza di pesci e ad aumentare le possibilità di cattura per rendere ogni giornata davvero soddisfacente.
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