BY#33 – Mi sono innamorata di nuovo di uno sport
Quanto deve essere difficile, a 18 anni, rinunciare al proprio sogno più grande? Ci sono momenti in cui la vita sceglie per noi e non ci lascia alternative. Ma anche quando siamo con le spalle al muro, possiamo scegliere come reagire.
È lo spirito più vero del Beat Yesterday, quello che ci è stato ispirato da un Campione come Alex Zanardi. Lui ci ha insegnato, meglio di chiunque altro, che ogni difficoltà può trasformarsi in una nuova opportunità. E mentre continuiamo, ogni giorno, a fare il tifo per lui, abbiamo deciso di raccontarvi la storia di Manuela Corrà.
Una vita per lo sci
Manuela oggi ha 26 anni. È giovanissima. Ma quando era ancora più giovane ha dovuto rinunciare alla sua passione più grande: lo sci.
“Praticamente con gli sci ai piedi ci sono nata. Sono di Milano ma sono nata ad Aosta, dove i miei, il 2 gennaio del 1995, stavano trascorrendo il Natale. Da trent’anni vanno in vacanza a La Thuile. Lì hanno trasmesso a me e ai miei fratelli la passione per la neve, in particolare per lo sci alpino. Ho iniziato a sciare che avevo 3 anni; a 5 sono entrata nei Super Baby dello sci club locale. Lo sci per me era tutto: gioia, vita, passione, energia e orgoglio. Mi sono avvicinata alle gare, perché l’aspetto agonistico è sempre stato molto importante per me. Vivevo la mia passione ed ero felice”.
Nel 2019 Manuela ha solo 14 anni quando, per la prima volta, si infortuna: rottura del crociato del ginocchio destro. “Alla diagnosi sono scoppiata in lacrime. Non mi aspettavo un recupero così lungo. Per fortuna sono una persona molto determinata”.
Pur giovanissima, Manuela affronta l’operazione e un lungo percorso di riabilitazione. “Non è stato un problema. Avrei fatto di tutto per tornare sulle piste. Ho tenuto duro perché volevo raggiungere il mio obiettivo: ricominciare a fare quello che mi rendeva felice”.
E Manuela ci è riuscita. Nel 2011, però, il crociato del ginocchio destro si rompe di nuovo. Prima a gennaio e poi ancora una volta a luglio. “Ogni caduta significava un’operazione, ma a me non importava. Volevo dimostrare che ce la potevo fare”.
Due anni dopo, nel gennaio del 2013, quando Manuela ha solo 18 anni, si rompe anche il menisco dello stesso ginocchio. L’ennesima operazione, l’ennesima riabilitazione. “È stata la ciliegina sulla torta. Io ero pronta a riprovare di nuovo ma il mio fisico dopo 4 operazioni, non me lo avrebbe permesso. Anche la mia famiglia, che ringrazio per essermi sempre stata vicina, mi ha posto davanti a una scelta inevitabile, quella di appendere gli sci al chiodo, abbandonare definitivamente l’agonismo e prendere la strada dell’insegnamento. Per me, una pugnalata”.
Così è la vita: cadere sette volte e rialzarsi otto
Per Manuela accettare di mettere la parola fine alla sua carriera agonistica, non è stato facile. “È stato più facile affrontare tutte le operazioni e le riabilitazioni, perché almeno sapevo che sarei tornata a gareggiare. Ho passato un periodo davvero buio. Le gare mi mancavano molto e non riuscivo a trovare un’altra passione in cui incanalare le mie energie”.
Manuela passa la selezione per diventare maestra di sci, una grande gioia che in parte la consola. “In famiglia, su quattro tra fratelli e sorelle siamo in tre ad essere diventati maestri di sci. Mi sono ritrovata ad insegnare allo Sci Club de La Thuile, la stessa scuola in cui ho imparato a sciare io. Poi ho fatto un passo in più e sono diventata allenatrice federale, un altro obiettivo che mi ero ripromessa di raggiungere. Poter trasmettere ai più piccoli la mia passione ha alleviato un po’ il dolore più grande: non potevo più gareggiare, ma almeno potevo vivere la competizione dall’altra parte”.
Dagli sci alla bicicletta: un nuovo amore
Nonostante tutto a Manuela è sempre mancata la competizione, quel senso di fatica che ripaga e dà soddisfazione.
L’incontro con Pietro, il suo fidanzato, è stata la svolta. “È stato lui ad avvicinarmi alla bici. Avevo già pedalato anni prima, per uno dei tanti periodi di recupero post infortunio, ma con lui è stato diverso. Ho scoperto la bici da corsa e la gravel, e anche un gruppo di amici con cui affrontare le salite”.
“La bici mi permette di stare all’aria aperta, di macinare chilometri, di mettermi alla prova e sapere che ce l’ho fatta. Mi sono innamorata di nuovo di uno sport. Ho ricominciato ad allenarmi, a gareggiare, a pormi nuovi obiettivi competitivi. L’anno scorso abbiamo fatto una vacanza sulle Alpi: in una settimana abbiamo raggiunto tutte le vette più importanti, tra cui Colle delle Finestre, Galibier, Isoard. Quest’anno il mio obiettivo è la Maratona delle Dolomiti: la 100 Km aspetta solo me”.
“Quando ho dovuto abbandonare l’agonismo sulle piste è stata la mia famiglia a farmi ragionare. Mia madre mi ha detto che anche se la sfortuna aveva voluto negarmi questa possibilità ne avrei potute avere altre, diverse. E così in effetti è stato. Rimettermi in gioco, tornare a sentire il cuore che batte per la fatica, ma soprattutto per una nuova passione, è stato bellissimo. Lo sci è parte integrante di me, ma la bici è la mia nuova compagna di avventura”.