Consigli per Pescare le Orate
L’orata è tra prede più ambite sia dai pescatori esperti che dai tanti appassionati che amano mettersi alla prova nel tentativo di insidiare questo sfuggente pesce. Le ragioni sono molteplici e sono da ricercare sia nella qualità delle sue carni pregiate che, soprattutto per chi ama le sfide, nella difficoltà che la sua cattura comporta. Questo pesce è infatti noto per la sua diffidenza e per la sua forza, caratteristiche che rendono difficile, e quindi particolarmente gratificante, la sua cattura.
Per riuscire a pescare l’orata è dunque fondamentale avere una buona conoscenza dell’habitat e delle sue abitudini: si tratta di elementi essenziali per determinare la tecnica di pesca da utilizzare, sia dalla spiaggia che dalla barca e, di conseguenza, per selezionare attentamente le attrezzature necessarie, dalla canna al mulinello. Altrettanto importante, per una giornata fruttuosa, è riuscire a individuare i waypoint potenzialmente più pescosi, in modo da avere più probabilità di successo. Esperienza, conoscenza dei tratti di mare e strumentazione adeguata sono elementi essenziali.
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Pesca all’Orata: habitat ed esche
Prima di illustrare nel dettaglio quali sono le migliori tecniche per pescare le orate, è opportuno conoscere in maniera più approfondita le abitudini di questo pesce. La Sparus aurata è presente lungo le coste del Mediterraneo, si muove prevalentemente in solitaria, talvolta in piccoli branchi. Predilige fondali sabbiosi, dove ricerca il cibo grufolando con il muso, ma non disdegna i fondali misti e le foci, dove si muove alla ricerca prevalentemente di crostacei e piccoli molluschi bivalvi.
La stagione migliore per pescare l’orata va dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno: in questo periodo, infatti, le acque sono più calde e questa specie è solita avvicinarsi sottocosta in una fascia di litorale compresa tra i 5 e i 150 metri dalla riva. Le ore più calde della giornata sono quelle in cui questo predatore, poco avvezzo alle acque fredde, è maggiormente attivo: è l’occasione per provare a realizzare qualche bella cattura. Vediamo come.
TECNICHE PER PESCARE L’ORATA
Chi vuole provare a pescare le orate ha a disposizione differenti tecniche, occorre però tenere in considerazione un aspetto fondamentale: questo sparide ha una dentatura estremamente robusta che utilizza per frantumare i gusci dei crostacei e dei mitili, occorre quindi utilizzare ami robusti e ben nascosti nell’esca.
Inoltre, la sua mangiata è peculiare e può trarre in inganno poiché a differenza di altri voraci predatori, si avvicina al suo obiettivo con alcune timide toccate prima di sferrare l’attacco decisivo: esperienza, sensibilità e un occhio allenato sono necessari per leggere i segnali della propria canna e capire quando è il momento di eseguire una ferrata secca e decisa necessaria alla cattura del pesce.
Le esche migliori per pescare le orate sono granchi, sarde, cannolicchi, vermi coreano, americano e bibi. Particolarmente efficace è poi la cozza locale, che viene utilizzata anche per creare una pastura e provare ad attrarre nel proprio spot di pesca questa specie.
È comunque importante avere con sé differenti esche, in modo da poter capire quali di cosa si nutre il pesce in quello specifico tratto di mare e provare ad insidiarlo facendo leva sulle sue abitudini. Vediamo quali sono le tecniche e le strategie più utilizzate.
- Dalla riva. Spiagge, scogliere basse, moli ed estuari sono tutti luoghi indicati: le attrezzature sono quelle utilizzate per il surfcasting o per pescare a spinning, le tecniche migliori per provare ad insidiare questa preda da terra. Si tratta quindi di canne di una lunghezza compresa tra i 2,2 e i 3,5 metri, robuste ma con il cimino sensibile, necessario per segnale anche le più piccole toccate del pesce e capaci di garantire lanci anche di 30 o 40 metri. Il mulinello è un altro elemento importante: occorre infatti che sia dotato di una buona frizione, necessaria per arginare l’esuberanza e la forza di questo pesce, portato a lottare con grande energia dopo la ferrata. Semplice ma curato deve essere poi il terminale, che deve essere dotato di ami robusti e con ardiglione pronunciato, in modo da evitare che il pesce, nella furiosa lotta che segue l’abboccamento e, soprattutto, la ferrata, riesca a liberarsi. Esche fresche, possibilmente vive sono a scelta ideale, ma per chi vuole provare a catturare lo sparide a spinning, la scelta ideale è quella di utilizzare piccole esche artificiali simili alla sardina.
- Dalla barca. Questa specie, come detto, non ama le acque fredde e quindi evita spot profondi. Chi vuole provare a pescare l’orata dalla barca può quindi utilizzare la tecnica del bolentino leggero, che risulta particolarmente efficace a patto di utilizzare le esche giuste. Una volta individuato spot potenzialmente pescoso o un waypoint precedentemente salvato nella propria strumentazione di bordo, occorre ancorare il natante e procedere con le operazioni di brumeggio, che deve essere ripetuta a intervalli regolari, a base di sardine, gusci di cozza, frammenti di cannolicchi e ricci di mare aperti. Parature dotate della giusta piombatura e con finali lunghi e in grado di fluttuare in base alla corrente sono perfetti per non destare sospetti e attirare l’attenzione del pesce in cerca di cibo, ma occorre, come già ricordato, studiare le abitudini riguardanti la mangiata, evitare di farsi prendere dalla fretta e tirare con decisione solo quando si ha l’impressione che la lenza sia sufficientemente tesa, segno che probabilmente l’orata ha effettivamente mangiato l’esca. E a proposito di esca: per la pesca a bolentino sono perfette sia piccole sarde che granchi, ma si possono insidiare orate di grossa taglia anche con la seppia e il calamaro in pezzi.
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