Pesca alla Seppia: Tecniche e Consigli
Sempre più diffusa e popolare, la pesca alle seppie è oggi una disciplina che affascina sia i pescatori più esperti che i semplici appassionati. Il segreto di questo crescente successo è dovuto ad un intrigante mix di fattori: insidiare questo diffidente cefalopode, infatti, è un’impresa non da poco che richiede tecniche avanzate, attrezzature specifiche e tanta pazienza.
Ma come si pescano le seppie? Chi aspira a tornare a casa col cestino pieno deve imparare a conoscere le abitudini di questo predatore estremamente elusivo e deve saper individuare gli habitat in cui caccia e si riproduce: l’esperienza è infatti un elemento determinante per saper riconoscere e valutare i tratti di costa potenzialmente più proficui, ma chi pesca a mare può avvalersi di strumenti in grado di rilevare con precisione gli spot ideali.
I fishfinder Garmin della serie STRIKER rappresentano la scelta perfetta per chi vuole associare la tecnologia alla propria esperienza. Dotati di ecoscandaglio CHIRP a doppia frequenza con tecnologia di scansione ClearVü e SideVü, questi dispositivi consentono di rilevare con precisione le batimetriche, la tipologia del fondale, la presenza di pesci e di scegliere gli spot ideali per battute di pesca sempre soddisfacenti.
Come e quando pescare le seppie
Chi vuole provare a pescare le seppie ha a disposizione differenti tecniche: importante è però conoscere bene questo mollusco e capire quali sono le sue abitudini e quali le sue prede preferite. La Sepia Officinalis, questo il nome scientifico, è un cefalopode diffuso in tutto il Mediterraneo che vive a profondità variabili, ma si avvicina di frequente alla costa, soprattutto in primavera e in autunno e nel periodo dell’accoppiamento, che va da marzo a luglio. Ama cacciare su fondali sabbiosi e tra gli scogli: le sue prede preferite sono principalmente granchi, vermi, gamberetti e piccoli pesci, che cattura utilizzando i suoi tentacoli. La sua carne gustosa ne fa una cattura ambita e uno degli ingredienti principali della cucina di mare. Vediamo insieme quali sono le attrezzature, le strategie e le tecniche migliori per la pesca alla seppia.
Attrezzatura. Per provare a catturare questo sfuggente ma vorace cefalopode sono necessarie attrezzature specifiche. Un elemento chiave è rappresentato dalla canna, che deve essere leggera, maneggevole e particolarmente sensibile all’azione di punta, in modo da rilevare le fugaci e leggere prese con le quali la seppia mette alla prova i suoi obiettivi prima di sferrare attacchi più decisi. Proprio intuire le differenti intensità degli attacco aiuta infatti a capire quando effettuare la ferrata per arpionare i tentacoli con la totanara: un mulinello leggero ma con una velocità di recupero media, è importante per tenere la lenza sempre in tensione ed evitare di perdere la cattura. E a proposito di lenza, la più consigliata è il trecciato fine e robusto che consente lanci lunghi e una trasmissione ottimale delle toccate.
Periodo ideale. I periodi migliori per pescare le seppie sono quelli caratterizzati da un clima mite, ovvero l’autunno e, soprattutto, la primavera. Tra marzo e luglio questo mollusco si avvicina alla costa per riprodursi e deporre le uova tra la flora subacquea e le gorgonie, attirando anche numerosi maschi della specie. I momenti della giornata più indicati per la pesca alla seppia, che non ama le acque particolarmente calde, sono il tramonto, le ore che precedono l’alba e le ore notturne, che in condizioni di acque limpide e luna piena, possono essere propizie per effettuare qualche bella cattura da moli e pontili.
Come pescare le seppie a Eging
Ci sono diverse tecniche per catturare le seppie dalla costa, dalla barca e che possono essere messe in pratica anche da chi pesca dal kayak o dal belly boat: il più diffuso attualmente è l’Eging, una sorta di spinning che prevede l’utilizzo di un tipo di esca specifica, l’egi, appunto. Disponibile in differenti grammature, questo artificiale consente, attraverso brevi ma continue jerkate, di riprodurre fedelmente il movimento di piccoli pesci e gamberi adagiati sul fondale, incuriosendo il nostro obiettivo.
Fondamentali sono inoltre il colore e gli effetti luminescenti di queste totanare che vengono studiati per attirare la seppia, portandola ad attaccare. Occorrono però sensibilità e prontezza di riflessi: questo mollusco, pur essendo dotato di un becco corneo, non abbocca mordendo immediatamente il suo obiettivo ma lo afferra con due tentacoli dotati di ventose ed è questo momento in cui occorre ferrare per fare in modo che il cestello la arpioni, impedendo la fuga. Praticato sia da riva che a bordo di imbarcazioni, l’eging è una tecnica davvero divertente e capace di regalare soddisfazioni, a patto di riuscire a raggiungere i waypoint e gli spot di pesca più profittevoli, con fondali sabbiosi, le giuste batimetriche e la presenza di mangianza.
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