Daniel Fontana centra la qualificazione per Kona. Sarà il suo quinto mondiale Ironman
Daniel Fontana ce l’ha fatta, ha staccato un altro biglietto per le Hawaii e il 14 ottobre sarà all’Ironman Kona per giocarsi, a 42 anni, il suo quinto mondiale Ironman.
Potevamo non chiamarlo per fargli i nostri complimenti?
Un quinto posto all’Ironman di Zurigo: quanto basta per ottenere la slot per Kona. Una bella soddisfazione, Daniel!
Sì, ma non tanto per la gara, non si festeggia un quinto posto, e neanche per la qualificazione in sé, perché a Kona sono già stato quattro volte. La soddisfazione viene da una qualificazione, per niente scontata, raggiunta a 41 anni. Alle Hawaii sarò il più vecchio, e sarà dura perché dalla mia prima partecipazione il livello si è alzato e la concorrenza si è fatta più agguerrita, ma per me sarà un po’ come chiudere il cerchio. Non ho mai avuto un talento particolare ma ho sempre lavorato con impegno, sacrificio, correttezza, ho vinto tante gare e ho accumulato tanta esperienza. Una carriera pulita. Kona è come un premio per tutto questo.
A Zurigo però, dici bene, la qualificazione non era scontata.
No, sono stato anche fortunato. Si chiudeva la prima parte di qualificazioni quindi erano lì in tanti alla caccia degli ultimi punti disponibili per Kona. Io poi sono arrivato stanco, non ero al pieno della forma. Ho fatto un Ironman ad aprile, il 70.3 a Pescara. L’IM di Zurigo è stata una gara decisa last minute ma non l’ho preparato bene.
La mia forza è stata l’esperienza, la capacità di gestire le risorse a disposizione per dare il massimo.
Raccontaci un po’ la gara.
Sono partito bene, sono uscito dall’acqua con il primo gruppo, poi nella frazione in bici c’è stata un po’ di bagarre. Al 60° km, dalla terza posizione mi sono ritrovato quinto, poi sono riuscito a recuperare il quarto posto, c’erano cambi di posizione continui. Nella terza frazione a piedi ho raschiato davvero il fondo del barile, anche perché c’era molto caldo, ma sapevo di dover lottare per mantenere il quinto posto. Per fortuna davanti a me ho “raccolto qualche cadavere”, di atleti scoppiati. So cosa vuol dire. Al 28° km della maratona sono andato in crisi anche io, ma poi sono riuscito a riprendermi, attingendo a tutte le energie rimaste.
E ora il prossimo obiettivo sono i mondiali di Kona.
Sì, anche se non ho molto tempo per preparare la gara. Prima di riprendere con la preparazione devo recuperare da Zurigo e da tre Ironman in sette mesi. Vorrei fare una bella gara a Kona, al di là del risultato, anche perché credo proprio sarà il mio ultimo IM da professionista. Continuerò a gareggiare ma sul 70.3 che è più adatto alle mie caratteristiche, ma intanto alle Hawaii andrò a chiudere il cerchio.
E noi faremo il tifo per lui.