Forerunner 935: funzioni e motivazione in uno smartwatch. Il test di Andrea Toso
Andrea Toso, runner, triatleta e blogger, ha provato per noi il Garmin Forerunner 935.
Ecco che cosa ne pensa.
La cosa che colpisce ad indossare un Garmin Forerunner 935 è il peso: 49 grammi per uno smartwatch da gara sono niente, siamo anni luce da orologi GPS con cinturino semi rigido per inserire l’antenna come il mio primo glorioso 405.
Poi vediamo uno schermo a colori a 240 pixel e diametro di 30,5 mm che siamo liberi di personalizzare attraverso Garmin Connect o Face It (scaricabili da App Store o Google Play) con immagini nostre, mantenendo comunque la possibilità di visualizzare passi giornalieri, data e percentuale di batteria residua, scegliendo se lancette o digitale, ma già era possibile su altri modelli paralleli e precedenti.
La batteria ha una durata pazzesca, fino a 2 settimane in modalità orologio, fino a 24 ore in modalità GPS, fino a 50 ore in modalità UltraTrac™ con frequenza cardiaca al polso oppure fino a 60 ore in modalità UltraTrac™ senza frequenza cardiaca al polso.
Insomma coprirà un Ironman lento, un Passatore, una Ultra di quasi 3 giorni come potrebbe essere l’UTMB, magari andando a modificare la rilevazione da ogni secondo a minuto, su distanze lunghissime direi che non avrà impatto!
Inoltre possiamo contare sul sensore Garmin Elevate™ per la rilevazione dei battiti al polso, su un altimetro barometrico, una bussola e un giroscopio, un accelerometro e un termometro oltre che, ovviamente, la rilevazione satelliti GPS e GLONASS, che oramai diamo per scontato in uno smartwatch che si rispetti.
Tante cose, alcune di cui forse neanche vedremmo la necessità, ma che combinate con intelligenza matematica dagli ingegneri Garmin, trasformano ogni nostro movimento in dati.
Eclatanti già quelli di base per il running con cadenza di corsa e frequenza, che uniti a quelli da fascia cardio HRM – Run, HRM –Tri o Running Dynamic Pod, in cui è presente un ulteriore accelerometro, diventano oscillazione verticale, bilanciamento del contatto al suolo piede destro/sinistro e tempo di contatto a terra.
Con il download di una ulteriore app Running Power otteniamo anche i dati sulla potenza in corsa!
Nel nuoto in piscina diventa il riconoscimento dello stile di bracciata, conteggio delle bracciate medie per vasca, il quale sommato ai secondi impiegati a percorrerla diventa il famigerato SWOLF, e riconosce quando finiamo la vasca e ripartiamo per la successiva.
Purtroppo se urtiamo su una mano che invade la corsia o battiamo su una corda potrebbe confondersi e sballare leggermente. Cosa ci vogliamo fare, la tecnologia ci aiuta ma anche noi dobbiamo aiutarla…
Una grossa novità rispetto ai predecessori è il Training Status, una media del volume di allenamento svolto nelle ultime 4 settimane o 28 giorni dir si voglia, così da cercare di limitare i problemi da sovrallenamento, sindrome fin troppo comune tra noi amatori. Con una facile lettura a colori, ci informa se ci stiamo allenando “poco” (azzurro), in maniera produttiva (verde) o se stiamo esagerando rovinando anche il lavoro fatto (rosso). Una cosa che mi piace molto è la traduzione della quantificazione delle ore di recupero: se prima ci dava solamente una quantità di ore che pareva sempre eccessivo, ora invece viene detto “allenati normalmente” un po’ come fosse un super hop.
Abbiamo anche un feedback su quanto produttivo sia stato l’allenamento suddiviso per fascia aerobica e anaerobica, con un voto da 0 a 5, che spiega se abbiamo implementato o no la nostra forma. Il tutto viene trasformato poi nella stima del VO2max per corsa, mentre per la bicicletta serve il supporto di un misuratore di potenza, dai pedali Vector 3 – mio sogno proibito –, o altri.
Nelle mie piccole manie collegate al Garmin Forerunner 935 – oltre ai battiti a riposo che calcola al risveglio, e che poi osservo durante il giorno per vedere quanto bassi – ci sono i miei bpm (se sono in forma me lo dice proprio questo valore); indago sempre sulla qualità del mio sonno, quante ore di profondo e quante di leggero. Sempre collegato a riposo e bpm abbiamo lo “Stress Core” che valuta quanto pesante sia la nostra giornata, non solo in allenamento ma nella vita quotidiana, e di conseguenza può anche aiutarci a bilanciare una seduta più o meno impegnativa.
Davvero le novità sono tante, le funzioni si scoprono e si aggiungono quotidianamente grazie allo store gratuito, ma tornando a quelle basiche, schiacciando il tasto Light a lungo – che serve anche ad accendere spegnere il dispositivo – entriamo in un menu veloce per accedere ai controlli musicali (possiamo cambiare brano sullo smartphone avanti/indietro…), far squillare il telefono se non sappiamo dove sia, salvare una posizione (parcheggio o punto di partenza sia, come un Pollicino moderno), bloccare i tasti, attivare la modalità “non disturbare” che elimina le notifiche che volendo riceviamo sul nostro 935, e molte le leggiamo anche direttamente come Whatsapp, sincronizzare Connect senza attivare il telefono, e aprire l’app direttamente da qua. Possiamo anche connettere il nostro dispositivo direttamente alla linea Wi Fi di casa o ufficio, scaricherà aggiornamenti e allenamenti direttamente bypassando il cellulare, possiamo abbinarlo ai settori Strava (se siamo utenti a pagamento) e battagliare sui settori venendo avvisati come fosse una ripetuta nel punto in cui stanno iniziando.
Insomma, il Forerunner 935, con una tara di ben 7 grammi, ci regala tutto questo e una motivazione di allenamento unica.