Matwork o Reformer: Differenze e Quale Scegliere
Chi pratica il Pilates di sicuro avrà iniziato a familiarizzare con questi due termini, se invece non ne avete mai sentito parlare è l’occasione giusta per fare chiarezza, soprattutto se intendete avvicinarvi a questa disciplina da principianti.
Matwork e Reformer sono due metodi spesso considerati come un unico metodo, in realtà fanno parte delle 34 differenti tecniche sviluppate con un solo scopo: migliorare la postura e tonificare la muscolatura rendendola più elastica e flessibile.
Le due attività vengono spesso confuse proprio perché incentrate su uno stesso concetto di lavoro, ma si diversificano per gli strumenti utilizzati. È giunto il momento di conoscerle nel dettaglio le differenze tra pilates matwork o reformer così da scoprire quale delle due tipologie è quella più adatta a voi, iniziamo!
Differenze tra Pilates Reformer o Matwork
Le principali differenze tra Pilates Reformer e Matwork si possono cogliere dalla stessa etimologia delle due parole. Matwork proviene da mat ossia tappetino, l’elemento principale della disciplina su cui vengono svolti gli esercizi a corpo libero o con piccoli attrezzi, come l’anello, la palla o il foam roller, una sorta di rullo che ha la funzione di riattivare la circolazione attraverso il massaggio dei muscoli.
Il sistema fu inventato da Pilates per consentire ai suoi allievi di eseguire gli allenamenti a casa dopo la lezione svolta in studio: il principale vantaggio del Pilates Matwork è infatti quello di poter essere eseguito ovunque, proprio perché non utilizza particolari macchine e non necessita di ampi spazi.
Al contrario, il Reformer utilizza i macchinari per ottimizzare l’allenamento e favorire un miglior controllo della postura. Il termine, che tradotto in italiano significa riformatore, è l’abbreviazione di “universally reforming the body”, espressione che indica il “riformare universalmente il corpo”.
Il Metodo Reformer, infatti, prende nome dall’omonimo macchinario nato originariamente per aiutare i feriti di guerra, costretti a letto: fu realizzato montando alcune molle all’estremità dei materassi insieme ad elastici e baldacchini che sostenessero al meglio il corpo.
Oggi si presenta come un carrello mobile (detto carriage), caratterizzato da uno schienale con cuscino e fermi che offrono la massima stabilità, una barra poggiapiedi regolabile e un sistema di cinghie e maniglie. Il tutto è supportato da un sistema di molle che permette di intensificare o diminuire il carico di lavoro durante l’esecuzione degli esercizi.
Il Pilates Reformer è dunque regolabile in base alle caratteristiche ed esigenze del soggetto e assicura diversi tipi di resistenze durante l’allenamento attraverso l’utilizzo del peso corporeo e il corretto settaggio delle molle.
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Cosa scegliere tra Pilates Reformer e Matwork
Gli obiettivi del Matwork e del Reformer sono sostanzialmente gli stessi. Sebbene, come si è visto, le due metodologie utilizzino strumenti differenti, in realtà lo scopo di entrambe è sempre quello di ottenere un totale controllo del corpo al fine di correggere gli squilibri posturali, migliorare la respirazione, il controllo, la fluidità e rieducare la postura rinforzando la colonna vertebrale, prendendo coscienza di tutti i muscoli del corpo e del respiro.
Se il Pilates Matwork ha il grande vantaggio di poter essere praticato ovunque e di avere un repertorio di esercizi più ampio, il Reformer risulta però utile per apprendere l’esecuzione del movimento e quindi per eseguire al meglio molti esercizi a corpo libero. Per ottenere i migliori risultati, l’ideale sarebbe quindi quello di alternare le due discipline, magari iniziando prima con il Reformer per sviluppare e usare i muscoli in modo corretto.
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