Si scrive racchette da neve, ma si legge ciaspole
Ci sono molti modi di vivere la montagna. Tra questi ce n’è uno forse poco conosciuto ma sempre più apprezzato: le ciaspole. Giulio Beggio, che è una guida alpina e collaboratore di Garmin di lunga data, ci spiega come nascono e perché sono diventate così popolari.
Non chiamatele ciaspole
Il nome ciaspole deriva da ciaspa, un termine dialettale trentino ma, per essere precisi, si dovrebbe parlare di racchette da neve: un termine sicuramente meno evocativo ma più corretto. Sono nate come strumento da lavoro per spostarsi sulla neve e si sono diffuse principalmente nel Nord America e in Canada, grazie alle caratteristiche di un territorio sostanzialmente pianeggiante. Questo è uno dei motivi per cui in Italia, vista la conformazione di Alpi e Appennini, la loro diffusione è arrivata molto più tardi.
Non solo. Le prime versioni delle ciaspole erano piuttosto approssimative e poco funzionali. Realizzate sfruttando i rami più elastici, di piante come il nocciolo, giunti alle estremità, avevano la forma di un fagiolo e l’intreccio interno veniva realizzato con budelli animali. Insomma, per spostarsi sui pendii delle nostre montagne erano molto più pratici gli sci.
Ne hanno fatto esperienza i nostri Alpini. Non tutti, infatti, sapevano sciare al tempo, quindi si dovevano utilizzare le ciaspole per spostarsi sulla neve. Quelle racchette da neve però – l’unico modello fornito allora all’esercito – non erano propriamente adatte al loro scopo: la scarpa veniva fissata rigidamente sulla racchetta e non c’erano attacchi, quindi la caviglia non poteva muoversi. Ad ogni passo di affondava letteralmente nella neve e occorreva sollevare tutto il piede, appesantito dalla neve accumulata sulla racchetta stessa, per poter procedere. Una fatica immane! Motivo per cui le ciaspole concepite in questo modo non ebbero grande fortuna.
Le ciaspole come le conosciamo noi oggi sono arrivate in Italia circa vent’anni fa. Rispetto ai primi modelli, la produzione si è evoluta: le racchette da neve vengono realizzate in materiale plastico e metallo, non più in legno, e sono dotate di un attacco basculante, che permette alla caviglia e al piede di muoversi liberamente. Con queste caratteristiche, le ciaspole non sprofondano più nella neve ma, al contrario, riescono a scivolarci sopra. Spostarsi diventa molto più semplice.
In montagna con le ciaspole
Fino agli anni ’80 le attività in montagna durante l’inverno era rappresentate dallo sci, che fosse di fondo, su pista o sci alpinismo. L’escursionismo durante i mesi invernali era relegato alle basse quote per via della mancanza di mezzi per poterlo praticare. Col passare del tempo, però, la passione per la montagna è cresciuta e si è diffusa. È nato l’escursionismo estivo che, poco alla volta, si è spostato fino all’inverno, portando con sé anche chi con gli sci non aveva dimestichezza.
Negli ultimi anni, anche ciaspole – pardon, le racchette da neve – sono diventate un’attività popolare, alla portata di tutti. Questo grazie soprattutto al fatto che può utilizzarle anche chi non ha esperienza o particolari capacità tecniche. Come accade, invece, per lo sci. Sci che, d’altro canto, non è più così tanto “popolare”. Anni fa, soprattutto dal punto di vista dei costi, era molto più accessibile.
Le ciaspole hanno saputo così rispondere alla richiesta di un pubblico, anche giovane e con disponibilità economiche più limitate, desideroso di avvicinarsi alla montagna in inverno. Chi era abituato a camminare sui sentieri in estate ha trovato il modo di continuare a farlo anche con la neve.
D’altra parte, se per sciare occorre un minimo di tecnica e non tutti se la sentono di affrontare una pista nera, camminare è invece un’attività naturale. Tutti possono cimentarsi con le racchette da neve. Basterà scegliere il percorso in base alla propria esperienza, al livello di forma e alle difficoltà del territorio.
Ricordatevi che la montagna è affascinante ma non priva di pericoli e il miglior modo per vivere l’outdoor, qualunque sia il mezzo che avete scelto, è sempre e solo uno: in sicurezza. Ciò che in estate risulta semplice, d’inverno, complice la copertura nevosa, richiede consapevolezza, e conoscenza tecniche tra cui l’utilizzo dei sistemi di orientamento e sicurezza.