Come recupero dalla mia maratona?
Gianmarco Pitteri ci ha già dato qualche consiglio sul recupero post maratona, ma oggi, Irene Righetti di Running Post ha voluto parlare con un’esperta, Laura Fogli. Un’amica prima di tutto e una grande maratoneta: due argenti Europei, 6° posto ai Giochi Olimpici di Seul 1988, oltre a numerose vittorie in prestigiose maratone internazionali.
Una corsetta di pochi chilometri, il giorno dopo la gara, e poi via con il nuoto e la bici. Ecco cosa ci dice: «Dopo 10-15 giorni puoi riprendere ad allenarti gradualmente inserendo dei lavori corti, facendo qualche allungo in salita, oppure mezz’ora di corsa lungo dei percorsi collinari. Il motivo? Per cercare di ritrovare un po’ di tono muscolare che hai perso correndo la maratona».
Di sicuro, nel caso di Irene, il tono se n’è andato, dato che la sua seconda maratona l’ha corsa in più di 4 ore e il giorno dopo ha solo camminato per una decina di km, per poi riposare due giorni, visto che le gambe proprio non ne volevano sapere di fare della fatica. Poi verso la fine della settimana via con due uscite corte di 6 km, al ritmo di 5’15” al km, con Garmin Forerunner 235 al polso.
Quindi è stato il turno delle salite: 2,5 km sulle antiche Mura di Ferrara mantenendo un passo di 5’05” al km e poi via per una rampa che porta nel sottomura, dove hanno girato alcune scene del film “Il giardino dei Finzi Contini”. Questa volta ad andatura più svelta: 4’15” al km. Il battito cardiaco s’innalza e il Forerunner 235 inizia a fare il suo lavoro, con la rilevazione cardio al polso attiva.
Non contenta della settimana di recupero non proprio blanda Irene ha deciso di partecipare con sua sorella Silvia alla Rivierasca, una classica del podismo veneto di 12 km, che si svolge sull’argine del Po, con partenza e arrivo a Stienta, piccolo paese in provincia di Rovigo. Partenza a 4’45” per tre km, poi un assestamento sui 4’55” finché il vento contrario inizia ad infastidire.
Irene ci racconta: “Mancano due km appena; Massimo Tocchio, uno dei runners più forti della provincia di Ferrara, già arrivato da alcuni minuti, mi viene incontro dandomi un cinque e mi avverte: «a 100 metri c’è una ragazza», io rispondo «non ce la faccio a raggiungerla». Poi mi giro e capisco che Massimo non si riferiva alla runner davanti a me, ma a quella alle mie spalle che stava cercando di raggiungermi. Ecco allora che si risveglia il mio spirito competitivo e aumento il ritmo. No no dico a me stessa, proprio adesso non posso cedere. Il campanile si fa più vicino (ci fosse stato un solo metro in più sarei morta) e il traguardo anche… Ci sono, arrivo! La mia faccia è paonazza, sì, ho fatto una gran fatica. Sono arrivata negli eccetera ma ho avuto la mia piccola vittoria: le mie gambe stanno benissimo, e la moretta alle mie spalle nulla ha potuto contro il mio scatto felino.”