La salita al Passo dello Stelvio
Da | Prato dello Stelvio (907 m) |
A | Passo dello Stelvio (2,758 m) |
Dislivello | 1.851 m |
Lunghezza | 24,7 km |
Pendenza media | 7,5% |
Pendenza massima | 12% |
Giro 2020 – Tappa #18
La 18ma tappa del Giro d’Italia 2020 è il classico tappone alpino con quattro salite per oltre 5.400 m di dislivello. Partenza in salita sul Passo Campo Carlo Magno che porta in Val di Sole per poi affrontare, dopo circa 45 km l’inedito Passo Castrin che porta in Val d’Ultimo. La lunga discesa su strade ampie e ben pavimentate, serpeggianti a mezza costa porta ai sobborghi di Merano dove si riprende a salite da Foresta entrando in Val Venosta e risalendola quasi per intero. Si affronta quindi lo Stelvio dal versante più impegnativo. Sono quasi 25 km al 7.5% di cui metà oltre i 2.000 m e quindi la salita finale ai laghi di Cancano con le Scale di Fraele e i loro 21 tornanti perfettamente ritmati sul fianco della montagna.
Quando si parla di montagna, a questo tipo di altitudini, viene naturale pensare ad un processo di acclimatamento e la sua influenza sulle prestazioni dell’atleta, qualsiasi atleta o sportivo, non necessariamente un professionista. Verità è che tutti i professionisti trascorrono una buona parte della stagione in altura per prepararsi al meglio per le gare che verranno.
Fattori ambientali quali temperatura e quota elevate influiscono infatti sull’allenamento e sulle prestazioni. In particolare, l’allenamento in alta quota può avere un impatto positivo sulla forma fisica. I dispositivi Garmin più evoluti forniscono informazioni sullo stato di acclimatazione e perfezionano il calcolo del VO2max e del Training Status quando la quota è sopra agli 800 m.