Come vivere la grande evoluzione dei segmenti live sul mio Edge
Ebbene sì, sono quelle cose che entrano quasi di soppiatto nella vita dell’amatore medio quale sono, per poi diventare parte dell’allenamento ed essere uno tra i tanti stimoli a dare il meglio di se stessi, non per un premio o una medaglia, ma per il fatto stesso di essersi migliorati di un piccolo gradino, ed averlo fatto divertendosi. Andiamo con ordine.
Sono da qualche tempo un utente premium di Strava, il motivo è semplice ma ve lo voglio spiegare. Non si tratta di avere accesso a maggiori funzionalità o a gestioni personalizzate dell’allenamento, no. Il mio punto di vista è che in sostanza dei ragazzi appassionati come noi di ciclismo hanno creato una piattaforma di gestione e condivisione dei dati che è a dir poco eccezionale. Di fatto per l’averci reso disponibile tutto questo il mio piccolo contributo di pochi euro al mese se lo sono guadagnato e, a vedere dai fatti, i loro introiti vengono poi impiegati in maniera eccellente, sia nel miglioramento dell’applicativo, sia nel creare e pubblicare le storie del loro blog che sono dei capolavori di fotografia a tema ciclistico. Ma torniamo al programma: semplice e fruibile, “social” quanto basta, dotato di tutto quanto serve per progredire e soprattutto con la geniale invenzione del concetto dei segmenti. Questi in pochi anni sono diventati un vero e nuovo modo di interpretare le uscite e gli allenamenti: il sapere su quel tratto di strada (sia esso una salita, un falsopiano, un piccolo tratto in cui sprintare o anche solo una via cittadina) quale sia il nostro storico dei tempi di percorrenza, quali amici sono passati di lì e facendo registrare quale tempo in raffronto alla nostra miglior prestazione, beh ha davvero modificato il modo stesso di interpretare anche la più banale sessione di allenamento.
Partner perfetto di questo modo di pedalare è sicuramente il mio Garmin Edge 520 che, per primo nella famiglia degli “edge” dedicati espressamente al ciclismo, ha anche la funzione di implementazione dei segmenti in tempo reale o, per usare il termine anglosassone, il live segment.
In pratica basta solamente segnare come preferito il tal segmento strava che lui alla prossima sincronizzazione lo incamererà nel dispositivo per poi sfruttarlo al prossimo workout. E’ davvero stuzzicante quando si entra nei 200 metri dal segmento e sullo schermo compare già l’avviso “stai per entrare nel segmento XYX tra 200 metri…. 190… ecc”. Quando questo è un tratto di salita lunga ci si fa un rapidissimo check per capire di essere in ordine per affrontare il lungo pendio ed esser pronti a soffrire e dare il meglio per provare ad eguagliare il proprio miglior tempo, anzi PR come usa dire. Quando invece è un tratto di (noiosa) pianura la cosa è molto più adrenalinica… ho un mio tratto preferito di circa 3km che percorro spesso quando faccio agilità o scarico, ma alla fine diventa sempre una mini gara dal grande divertimento… quando leggo il countdown all’inizio del tratto cronometrato, volente o no le gambe iniziano a girare più veloci, in progressione, per avere una velocità d’attacco consona all’attacco del primato. Poi via, come una bandiera verde che mi sventola davanti è l’ora di dare tutto, sempre con un occhio al cardio per non “saltare” dopo il primo chilometro fatto a tutta ma andando sempre in costante progressione, gestendo lo sforzo e la cadenza in maniera migliore possibile. Dopo pochi istanti dall’avvio appare subito il primo risultato: “sei avanti nel segmento di…. 2 secondi rispetto al tuo record precedente” – Cavoli, ci siamo! Iniziano a rimbalzarmi in testa tutte le considerazioni possibili, la necessità di mantenere il passo, magari di forzare tra qualche centinaio di metri oppure di stare in riserva perché dopo c’è un lievissimo aumento della pendenza nella quale si deve mantenere l’andatura per non piantarsi a metà segmento. Sono assolutamente motivanti questi momenti ed in piccolo trovo che mi insegnino a fare un po’’ di strategia che mi sarà poi molto utile nelle fasi di gara, qualunque gara sia! Si impara a gestire il limite dello sforzo e a conoscersi sempre meglio, sia nel limite assoluto sia nel limite “di giornata” se magari si viene da un periodo intenso di gare o, al contrario, da un periodo di poca attività. Alla fine poi il risultato all’uscita del segmento conta sì ma fino ad un certo punto. La sostanza è questo piccolo grande giochino ha fatto sì che io mi sia sottoposto ad un auto test di valutazione, però quando si illumina il pallino giallo del “Personal Record” beh un sorriso mi scappa sempre!
Per concludere, contrariamente al classico pressapochismo nel valutare gli strumenti a disposizione per i ciclisti, spezzo una lancia anche a favore dei segmenti in discesa. In questo frangente, avendo un po’ di buon senso, l’avere il live segment attivo fa si che sullo schermo ci sia replicato il tracciato della strada e, dando un’occhiata di tanto in tanto, permette con facilità di capire se si sta approssimando un curvone veloce o un tornante, facendo subito modificare il comportamento di guida per affrontare al meglio la strada davanti.
Quindi come spesso accade con i nuovi strumenti, le potenzialità sono moltissime, basta saperle cogliere e ricavare da queste ciò che serve a noi per migliorare ma soprattutto per divertirci!
Buone pedalate.