L’attività fisica nel mondo ai tempi del Covid-19: uno studio di comparazione dei dati analizzati da Garmin sulla pratica sportiva
Sono milioni le persone che indossano quotidianamente un dispositivo GPS e che depositano sulla piattaforma Garmin Connect le attività sportive svolte nella giornata o semplicemente il tracciato dei propri spostamenti. Un archivio da cui estrarre i big data utili all’analisi di come il pianeta si sia comportato in questi ultimi due mesi d’emergenza sanitaria mondiale. Tra discipline che spopolano e altre che quasi sono scomparse una cosa è certa: anche chiusi tra le mura di casa, lo sport non si è mai fermato.
Stefano Viganò di Garmin Italia: «Il mondo si è fermato, la voglia di sport no. E forse è proprio questa la strada giusta per ripartire: seguendo e vivendo le proprie passioni».
Tra qualche anno guarderemo indietro a questa pandemia, ricordando aprile 2020 come il mese in cui il Covid-19 ha esteso la sua portata debilitante in quasi tutti i Paesi, culture e comunità sul pianeta Terra. Una emergenza sanitaria che ha influenzato le abitudini della nostra vita quotidiana, e da un punto di osservazione privilegiato, Garmin ha analizzato i dati di milioni di persone che in tutto il mondo hanno una passione comune: lo sport.
Ecco due semplici dati che forniscono una fotografia generale: se da una parte il numero di passi registrati in tutto il mondo è diminuito del 12%, dall’altra lo stesso numero si raddoppia a 24% se inerenti a una attività di allenamento, seppur in stile “casalingo”.
Analizzare i dati: i passi
Paragonando i dati di aprile 2020 con i dati dello stesso mese del 2019 emerge chiaramente il potere globale paralizzante della pandemia: le informazioni aggregate di milioni di utenti Garmin che hanno mantenuto al polso uno sportwatch, mostrano una diminuzione mondiale del 12% in passi giornalieri medi. Nella heat map sottostante si può osservare quali paesi abbiano subito i cali più forti. Tuttavia, una precisazione è doverosa: è importante notare che è stata applicata una scala di dati fissa a tutti i paesi del mondo. Per questo motivo, i risultati saranno ingranditi per i paesi con un numero di abitanti inferiore come per esempio gli Stati Uniti rispetto all’Uzbekistan. Mentre l’Uzbekistan non è paragonabile agli Stati Uniti per numero di casi positivi, ha una riduzione percentuale maggiore perché ci sono meno persone e regole di blocco più rigide.
Analizzare i dati: gli steps
Come già anticipato l’incremento registrato degli “steps” nello scorso aprile è stato del 24% se ci focalizziamo sotto il profilo della attività fisica come disciplina allenante. I dispositivi wearable Garmin dispongono di oltre 20 profili di attività che registrano i passi nelle varie attività, quali camminata, corsa, escursione, eccetera. Gli esperti del marchio americano, tuttavia, hanno notato come ad aprile gli steps effettuati attraverso questi profili hanno subito un forte calo.
I numeri suggeriscono quindi un nuovo approccio globale all’attività sportiva: per compensare gli steps persi durante la quotidianità molte persone hanno iniziato a praticare sport all’interno degli ambienti domestici.
Ma quali attività hanno visto un aumento? E in quali paesi?
Ecco le attività che hanno visto il maggiore aumento in ciascun paese, se confrontato tra aprile 2020 e aprile 2019.
Australiani e canadesi magari possono avere opinioni diverse sul fatto che il cricket o l’hockey su erba siano più divertenti da guardare, ma entrambi sembrano concordare sul fatto che camminare sia l’attività migliore durante la vita in quarantena. In Cina, Messico, Sudafrica e una manciata di altri paesi, invece, gli allenamenti con attrezzature per il fitness sono aumentati più di ogni altra attività. A livello globale, quando guardiamo a quali tipi di esercizi per l’allenamento fitness vengono eseguiti, vediamo che attività di cardio indoor sono state praticate nel 50% dei paesi. Un piccolo paragone: l’anno scorso, nello stesso periodo, oltre il 50% delle attività in questa categoria erano di allenamento della forza. Ciò potrebbe suggerire un passaggio dagli allenamenti strutturati in palestra agli allenamenti di tipo “io resto a casa”.
E il ciclismo indoor?
«La tecnologia smart è venuta in soccorso agli appassionati come testimoniano attività quali la Milano-Sanremo e il Giro d’Italia Virtual. È un modo per passare il tempo in modo produttivo e per scoprire le nuove tecnologie – commenta Stefano Viganò, amministratore delegato di Garmin Italia – Nel solo mese di marzo abbiamo venduto migliaia di smart trainer Tacx e solo in questi giorni torneremo ad avere alcuni prodotti disponibili in magazzino».
Solitamente le persone in questo periodo iniziavano ad uscire su strada con la propria bicicletta e quindi la pianificazione industriale aveva livelli di stock ben definiti per il tipo di stagione: «L’Italia ha anticipato i tempi di contagio e quindi, per far fronte alla domanda, abbiamo svuotato anche i magazzini del resto dell’Europa» sottolinea Viganò.
Dal più grande al più piccolo: quali discipline hanno registrato il maggiore calo?
Mentre la pandemia ha spinto l’umanità verso alcune attività, allo stesso tempo l’ha allontanata da altre: un esempio evidente di questa tendenza è legato al nuoto, quasi scomparso nello scorso aprile. I dati mostrano una significativa riduzione dell’attività di nuoto dalle Americhe all’Estremo Oriente.
In Australia, gli analisti Garmin fanno notare come il 54% degli utenti che hanno praticato nuoto nell’aprile 2019, nello stesso periodo del 2020 invece hanno praticato running. In Cina, il 43% degli utenti che hanno nuotato nell’aprile dello scorso anno nel 2020 si sono “spostati” su sport praticati all’aria aperta come il running o la bici all’esterno.
L’allenamento multisport, insieme all’escursionismo e al golf, sono stati classificati come le attività con le maggiori diminuzioni in più paesi. Tuttavia, con la stessa tendenza rilevata nel nuoto, questi sportivi hanno trovato alternative. In Sudafrica, ad esempio, il 20% degli utenti che giocavano a golf nell’aprile 2019 si è dedicato agli allenamenti di fitness indoor nell’aprile 2020, mentre un altro 11% ha iniziato a praticare ciclismo indoor.
E adesso?
Dopo aver analizzato i dati sull’andamento dell’attività per due mesi, si può affermare che gli sportivi, dai professionisti agli amatori, abbiano trovato un modo per proseguire nelle loro sane abitudini adattando la propria routine quotidiana: «Il mondo si è fermato, la voglia di sport no. E forse è proprio questa la strada giusta per ripartire: seguendo e vivendo le proprie passioni» conclude Stefano Viganò di Garmin Italia.