Omar Di Felice e Garmin alla RAF: un successo no-stop lungo 2.500 km
Nell’albo d’oro della Race Across France dello scorso luglio c’è il nome dell’ultracyclingman che ha chiuso i 2.500 chilometri, che separano la Costa Azzurra dalla Normandia, in poco più di cinque giorni (di cui solo 7 ore di sonno). A guidare Omar Di Felice in questa impresa la strumentazione Garmin tra cui il bike computer Edge 1030 Plus, lo sportwatch fēnix 6 Solar e il sistema Varia Radar 515 che lo hanno aiutato a seguire la traccia GPS, raccogliendo anche i dati della performance che il ciclista estremo vorrà analizzare nel dettaglio. Ecco i segreti tecnologici del suo successo.
Nel panorama ciclistico delle prove estreme, la Race Across France rappresenta una delle manifestazioni più dure e prestigiose, in grado di attirare i migliori interpreti internazionali delle gare no-stop, capaci di mettere in campo la massima resistenza fisica combinata con non comuni doti di resilienza mentale. Nell’ultima edizione della gara francese svolta a fine luglio, a conquistare il successo è stato Omar Di Felice, l’ex professionista su strada nella sola stagione nel 2006, che da quindici anni è l’uomo di riferimento nelle prove ultradistance in bicicletta.
Prestazione estrema
In terra transalpina Omar ha scelto di competere nel format della gara no-stop senza supporto esterno: «Totalmente autonomo e in puro bikepacking» ha sottolineato l’ultracyclingman, come recita l’indirizzo del suo sito web.
Partito dalla Costa Azzurra il 23 luglio e giunto al traguardo in Normandia in 5 giorni 8 ore 49 minuti, Omar Di Felice ha percorso il tracciato di 2.500 chilometri e 31.000 metri di dislivello, facendo segnare il nuovo record della gara: «Un anno fa sfiorai la vittoria e da quel giorno non ho pensato ad altro che a tornare per vincere questa gara meravigliosa – ha commentato Omar Di Felice – ed esserci riuscito è stata la realizzazione di un sogno».
Non solo gambe d’acciaio e resistenza mentale, perché Omar ha impostato la propria gara anche con una precisa strategia tecnologica grazie alla strumentazione Garmin che da anni lo assiste. Sul manubrio della sua bici un Garmin Edge 1030 Plus, il ciclocomputer cartografico che ha rivoluzionato il mondo dei viaggi in bicicletta, e su cui Omar ha installato la traccia GPS fornita dall’organizzazione «e che io, a mia volta, ho diviso in tratti da 200 chilometri così da facilitare la gestione sulla device, con file più ridotti e più veloci nel ricalcolo» commenta.
Piccoli segreti, grande successo
Oltre alla schermata principale con la mappa in evidenzia e la traccia da seguire, Di Felice ha personalizzato le videate Garmin Edge 1030 Plus per temi: «Su una ho impostato i valori di potenza e cardio, su quella successiva i dati di distanza con tutte le dinamiche di ciclismo, e una quarta schermata con i dati del cambio elettronico Shimano Di2 per monitorare il livello delle batterie e programmare le soste anche in base alla ricarica».
Infine, Omar ha svelato una chicca fondamentale per un atleta delle prove estreme: «Sull’ultima videata ho impostato l’orario di alba e tramonto: indicazioni molto utili al fine della strategia di soste e riposo». Vi è da dire che Di Felice ha dormito solo 7 ore nei cinque giorni di gara «e il Garmin Edge si è dimostrato un compagno preciso e affidabile, anche sotto il profilo della facilità di lettura della mappa: quando non dormi per giorni, è importante che le informazioni siano dettagliate e immediate». Al polso l’ultracyclingman ha indossato uno sportwatch multisport Garmin fēnix 6 Solar che è servito come backup di registrazione di tutta la performance e di verifica incrociata con i dati dell’Edge. Infine la dotazione di Omar ha visto anche l’impiego di un Garmin Varia Radar 515 collocato sotto la sella, in grado di segnalare al ciclista il sopraggiungere di veicoli alle proprie spalle e allo stesso tempo di avvisare gli automobilisti della presenza in strada del ciclista attraverso una luce rossa: «La soluzione Garmin per la sicurezza del ciclista mi è stata molto utile soprattutto nella seconda metà della gara quando la lucidità è venuta un po’ a mancare: l’avviso sonoro del sopraggiungere di auto o camion alle spalle mi ha aiutato a essere vigile su quello che succedeva in strada».
Ora che Omar è rientrato a casa è tempo di analisi e riflessioni: «Sto valutando la montagna di dati raccolti dagli strumenti Garmin, come per esempio la stima di oltre 60 litri di liquidi persi nei cinque giorni di gara – conclude – ma sarà interessante valutare altre funzioni, come la Body Battery™ o la saturazione dell’ossigeno, non tanto in valore assoluto ma comparati con i dati di precedenti esperienze».
E chissà cosa diranno i valori di recupero dopo aver vinto la Race Across France.